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LA VITTORIA SENZA PACE a cura di Raoul Pupo

Giovedì alle 18 il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (Dispes) dell'università di Trieste e l'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione Fvg (Irsml) organizzano la presentazione del volume “La vittoria senza pace. Le occupazioni militari italiane alla fine della Grande Guerra” a cura di Raoul Pupo pubblicato da Laterza.

Il volume sarà presentato da Fabio Todero (Irsml Fvg) alla presenza degli autori Giulia Caccamo e Raoul Pupo.


Il libro Fine della Grande Guerra: l’Italia per la prima volta ha sconfitto l’Austria, nemica di sempre, e partecipa da vincitrice alla spartizione dei territori. Prende così possesso di vaste aree, in parte adiacenti ai confini – come il Tirolo, parte della Carinzia e il Litorale austriaco – e altre oltremare, come la Dalmazia, l’Albania, la costa dell’Anatolia. Contemporaneamente, invia missioni militari verso Vienna, la Renania, la Slesia, la Bulgaria, sino in Russia, in Siberia e in Estremo Oriente. Occupazioni e presenze militari sono strumenti essenziali per la politica estera italiana, che si impegna a fondo per conseguire gli obiettivi della partecipazione dell’Italia al conflitto: al di là della liberazione delle terre irredente dal dominio asburgico, ciò che si vuole è il riconoscimento per il Paese del ruolo di grande potenza, un’influenza sullo spazio danubiano-balcanico pari a quella dell’ex Austria-Ungheria e pari alla Francia e all’Inghilterra nel Mediterraneo orientale. È un errore: sopravvalutare le forze condurrà al fallimento dei disegni più ambiziosi e la politica estera faticherà molto a disegnare la propria strada nel mondo del dopoguerra. Intanto, nei territori destinati all’annessione, le amministrazioni militari offrono ai nuovi cittadini la prima immagine dell’Italia. Ai governatori viene chiesto di adoperarsi per facilitare l’integrazione, ma sono loro a decidere come farlo, in particolare nei confronti di quanti quell’annessione non la desiderano affatto. Politica interna e politica estera, compimento dell’unità nazionale e sogni imperiali si intrecciano dunque in un nodo arduo da gestire per i contemporanei e fino a oggi difficile da interpretare per gli studiosi.

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