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BORIS PAHOR ALLA MINERVA

L'autore Boris Pahor è nato a Trieste nel 1913, allora porto principale dell'Impero Austro-Ungarico. A sette anni vide l'incendio fascista del Narodmi Dom, sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena di Trieste. L'esperienza lo segnò per tutta la vita, tornandovi spesso nei suoi romanzi e racconti.
Finita la scuola media frequentò il seminario che non terminò. Dopo essersi laureato in Lettere a Padova, torna nella sua città natale dove si dedica all'insegnamento. Stabilisce stretti rapporti con alcuni giovani intellettuali sloveni di Trieste.

Nel 1940 viene arruolato nell'esercito italiano e mandato sul fronte in Libia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre torna a Trieste, occupata dai tedeschi. Dopo alcuni giorni decide di unirsi alle truppe partigiane slovene. Nel 1955 descriverà quei giorni decisivi nel famoso romanzo Mesto v zalivu ("Città nel golfo"), col quale diventerà celebre in Slovenia. Nel 1944 fu catturato dai nazisti e internato in vari campi di concentramento in Francia e in Germania. Finita la guerra, torna nella città natale, aderendo a numerose imprese culturali dell'associazionismo cattolico e non-comunista sloveno.

Negli anni cinquanta, diventa il redattore principale della rivista triestina Zaliv (Golfo) che si occupa, oltre a temi strettamente letterari, anche di questioni di attualità. Nel libro-intervista, pubblicato a Trieste, il poeta sloveno denuncia il massacro di 12.000 prigionieri di guerra, appartenenti alla milizia anti-comunista slovena, perpetrato dal regime comunista jugoslavo nel maggio del 1945. Il libro provoca durissime reazioni da parte del governo jugoslavo. Le opere di Pahor vengono proibite in Jugoslavia.

Grazie alla sua postura morale e estetica, Pahor diventa uno dei più importanti punti di riferimento per la giovane generazione di letterati sloveni.
L'opera più nota di Pahor è Necropoli, un romanzo autobiografico sulla sua prigionia a Natzweiler-Strutzhof.
Le sue opere sono tradotte in tutte le lingue europee. Nel 2008 ha vinto il Premio Viareggio, nel 2007 è stato insignito della Legion d'onore.
Nel novembre 2008 gli è stato conferito il Premio Resistenza per il libro Necropoli. Il 18 dicembre 2008 Necropoli è stato eletto Libro dell'Anno da una giuria di oltre tremila ascoltatori del programma di Radio3, dedicato ai libri, Fahreneit.

Il libro Principale porto dell'impero austro-ungarico, Trieste aveva visto cobitare per secoli culturi diverse. Integrata nel Regno d'Italia alla fine della Grande Guerra, fu qui che, per la prima volta e anticipando scenari futuri di quello che sarebbe stato il fascismo non solo sul suolo italiano ma anche in Europa, fu messa in atto una campagna di pulizia etnica: tutto quello che era sloveno, lingua, cultura, gli stessi edifici, doveva sparire.

E' in questo clima, così cupo e oppressivo, che Ema, giovane slovena originaria del Carso, si aggira piena di rabbia in una luminosa estate degli anni Trenta. Alle spalle ha una storia familiare dolorosa, e ora, a Trieste, cerca un lavoro che le permetta di vivere in modo indipendente, ma le difficoltà che trova e il rancore per un mondo che sente ostile non fanno che accrescere in lei un senso di dolorosa esclusione.

Sarà l'incontro con Danilo sul molo del porto a segnare la svolta della sua vita. Maturo e determinato, l'uomo guiderà i passi della ragazza nel difficile e pericoloso cammino della resistenza al fascimo e della difesa della cultura slovena, e su quello non meno tortuoso dell'amore. Abbandonandosi a una passione che si fa sempre più viva e legandosi a Danilo in un'intesa profondissima, Ema riuscirà finalmente a trovare la forza di prendere in mano la propria vita, di darsi senza remore alla lotta per il riscatto del popolo sloveno e di affrontarne con coraggio tutte le conseguenze.

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